La digitalizzazione aziendale non si limita all’adozione di nuovi strumenti tecnologici, ma implica un ripensamento completo dei processi produttivi e organizzativi, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, i big data e, soprattutto, la Robotic Process Automation (RPA). Occorre spiegare che esiste una distinzione tra RPA e Business Process Automation (BPA).
Con BPA si intende più generalmente l’automazione di interi processi aziendali, e con RPA l’automazione di attività specifiche e ripetitive, delegando a “robot” software la simulazione di attività umane, come la gestione di fatture, l’inserimento dati, la creazione di report e le risposte automatiche ai clienti.
Il risultato è un significativo aumento dell’efficienza, con una riduzione degli errori e dei tempi di lavorazione.
In Italia, la spinta verso la digitalizzazione è cresciuta sensibilmente anche grazie agli incentivi messi a disposizione dal PNRR e dal Piano Transizione 4.0 ma questo processo non è esente da difficoltà. L’Italia sconta ancora un certo ritardo rispetto alla media europea, dovuto alla struttura del tessuto imprenditoriale nostrano e costituito principalmente da piccole e medie imprese (PMI) che faticano a sostenere i costi iniziali legati all’introduzione di nuove tecnologie e incontrano difficoltà nell’integrare i nuovi strumenti digitali con i vecchi sistemi aziendali, con il rischio di non reggere il confronto con le grandi aziende.
Le PMI italiane si trovano a fronteggiare una crescente competizione con le multinazionali che spesso dispongono di risorse finanziarie e tecnologiche superiori, a cui si aggiunge una resistenza culturale al cambiamento che coinvolge spesso i dipendenti e i dirigenti. La carenza di competenze tecniche nelle PMI rende difficile gestire e mantenere i sistemi automatizzati e, purtroppo, l’automazione può comportare il rischio di escludere una grande fetta di lavoratori, specialmente in ambiti che richiedono attività ripetitive, portando a disoccupazione o a una riduzione della forza lavoro umana.
Nonostante questo scenario apparentemente critico, le nostre PMI possono vincere questa sfida puntando su innovazione, agilità e personalizzazione dei servizi. La digitalizzazione aziendale e la formazione del personale permettono loro di restare competitive anche contro grandi realtà aziendali, adottando tecnologie innovative per ottimizzare operazioni quotidiane. Difatti, la RPA offre anche numerosi vantaggi, come l’aumento dell’efficienza, riducendo i costi operativi e i tempi di produzione, così come il miglioramento della qualità del lavoro grazie alla riduzione degli errori umani. Un altro vantaggio notevole è la facilitazione della scalabilità che permette alle PMI di crescere senza aumentare proporzionalmente le risorse.
L’automazione può portare vantaggi notevoli, ma è fondamentale adottarla con una strategia bilanciata che consideri anche le implicazioni sociali e occupazionali. Oltre all’assunzione di nuove figure specializzate, è importante sottolineare come la formazione del personale non solo migliori le competenze, ma incrementi anche la gratificazione dei dipendenti che, sentendosi valorizzati, sono più propensi a contribuire con idee innovative e a lavorare con maggiore entusiasmo.
Per affrontare questa rivoluzione, sarà fondamentale investire in formazione continua, favorire le politiche di welfare attive e garantire un accesso più equo alle tecnologie anche per le PMI.
La digitalizzazione e l’automazione non sono più una scelta, ma una necessità, per restare competitivi in un mondo sempre più veloce e interconnesso.