Nel panorama economico odierno, la transizione digitale rappresenta un cambiamento cruciale per le piccole e medie imprese (PMI). La digitalizzazione non è solo un’opportunità per migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi, ma anche un imperativo per rimanere competitivi in un mercato sempre più globale e interconnesso. Tuttavia, la transizione digitale soprattutto per le PMI presenta sfide uniche che richiedono un approccio strategico e ben pianificato.
Affinché quest’ultimo aspetto sia ben delineato, abbiamo rivolto alcune domande a Fausto Bottoni, AD della Tecno General-GetBy, che vanta un’esperienza trentennale nel settore delle telecomunicazioni.
Ing. Bottoni, ultimamente si parla spesso di transizione digitale, secondo lei quali sono i benefici fondamentali che può portare all’intero panorama socio- economico?
In primis il miglioramento dell’efficienza operativa perché l’adozione di strumenti digitali può incentivare l’automatizzazione di processi ripetitivi, ridurre gli errori umani e ottimizzare la gestione delle risorse. Ad esempio, software di gestione aziendale possono integrare e coordinare diverse funzioni aziendali, dall’inventario alla contabilità, migliorando la produttività complessiva.
Come secondo aspetto direi l’accesso a nuovi mercati. Il commercio elettronico o le piattaforme digitali permettono alle PMI di raggiungere clienti a livello globale e strumenti di marketing digitale, come la pubblicità online e l’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) permettono alle imprese di aumentare la loro visibilità e attrarre nuovi segmenti di mercato.
Alche il miglioramento dell’esperienza del cliente, l’innovazione e la competitività sono aspetti da tenere in seria considerazione. L’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale (AI), l’Internet delle Cose (IoT) e l’analisi dei big data può aprire nuove opportunità di business e favorire l’innovazione. Le PMI possono sfruttare queste tecnologie per sviluppare nuovi prodotti e servizi, migliorare quelli esistenti e creare nuovi modelli di business.
È importante anche sottolineare che la digitalizzazione consente una maggiore sostenibilità ambientale, riducendo la necessità di documenti cartacei, diminuendo il consumo di energia con l’ottimizzazione delle risorse oltre e, grazie al disbrigo delle pratiche di lavoro a distanza c’è una elevata riduzione delle emissioni legate ai trasporti.
Un altro beneficio significativo è la possibilità di prendere decisioni basate su dati concreti. L’analisi dei big data e l’uso di strumenti di business intelligence permettono alle aziende di ottenere informazioni dettagliate sui comportamenti dei clienti, sulle tendenze di mercato e sulle performance operative. Questo approccio basato sui dati porta a decisioni più informate e strategiche, che possono migliorare significativamente la competitività e la redditività aziendale.
Infine, la transizione digitale facilita la collaborazione e la comunicazione. Strumenti come le piattaforme di collaborazione online, i sistemi di messaggistica istantanea e le videoconferenze permettono ai team di lavorare insieme in modo più efficace, indipendentemente dalla loro posizione geografica. Questo non solo migliora la produttività, ma promuove anche l’innovazione attraverso la condivisione di idee e conoscenze.
Gli investimenti in ambito Ict in Italia sono trainati principalmente dalle grandi imprese, creando un divario significativo con le PMI. Perché?
L’adozione di nuove tecnologie può richiedere investimenti significativi, sia in termini di acquisto di hardware e software che di formazione del personale. Per molte PMI, il costo iniziale rappresenta una barriera significativa.
Inoltre, le grandi aziende spesso dispongono di dipartimenti IT ben strutturati e di personale specializzato, in grado di gestire la complessità delle nuove tecnologie. Al contrario, molte PMI non hanno le risorse umane o finanziarie per mantenere un team IT dedicato, rendendo più difficile l’implementazione e la gestione delle tecnologie avanzate.
Un altro fattore è la percezione del rischio. Le PMI tendono ad essere più prudenti nelle loro decisioni di investimento, temendo che un progetto di digitalizzazione possa non portare i ritorni sperati o, peggio, causare interruzioni nel loro business. Questo atteggiamento conservativo può rallentare l’adozione di nuove tecnologie.
Sono molte le iniziative che si possono intraprendere ma credo che sia fondamentale iniziare con il garantire la diffusione in tutta i distretti industriali italiani della fibra ottica, riducendo notevolmente i tempi di sviluppo della rete ultraveloce. Un’infrastruttura di rete avanzata è la base per qualsiasi progetto di digitalizzazione, poiché consente l’accesso a servizi Cloud, applicazioni basate su internet e comunicazioni ad alta velocità.
Trovo che sia importante promuovere programmi di incentivi fiscali e finanziamenti specifici per le PMI, destinati a sostenere gli investimenti in tecnologie digitali. Ad esempio, agevolazioni fiscali per l’acquisto di hardware e software, sovvenzioni per la formazione del personale e accesso agevolato a prestiti per progetti di innovazione tecnologica.
Alla luce di tutto ciò, quanto è importante una cooperazione tra le varie PMI e, soprattutto, la divulgazione di una cultura digitale?
Credo che l’associazionismo, la creazione di consorzi o partnership tra PMI atti a condividere risorse e competenze siano molto importanti e sempre auspicabili perché possono contribuire a ridurre i costi e i rischi associati all’adozione di nuove tecnologie, permettendo di beneficiare delle economie di scala e di accedere a competenze specialistiche che altrimenti sarebbero fuori portata.
Non c’è crescita senza cultura quindi ben venga una cultura digitale! . Le PMI devono essere consapevoli dei vantaggi competitivi che la digitalizzazione può offrire e delle opportunità di crescita che ne derivano. Le campagne di sensibilizzazione, workshop e corsi di formazione possono essere dei validi supporti per i dirigenti delle PMI con lo scopo di favorire una più approfondita comprensione delle tecnologie disponibili e l’eventuale adozione e integrazione nei loro modelli di business.
È importante non perdere mai di vista l’obiettivo: far sì che il divario tra grandi imprese e PMI negli investimenti ICT sia sempre meno significativo. Sono convinto che la “politica del fare” sia sempre proficua e indispensabile in ogni contesto storico, soprattutto se finalizzata ad un progresso tecnologico e sociologico.
È noto l’impegno di GetBy nel cablaggio delle aree industriali italiane e della partnership con FibreConnect, pensa che si possano ottimizzare i tempi per raggiungere non solo gli obiettivi nazionali ma anche quelli europei?
Il cablaggio delle aree industriali rappresenta una componente fondamentale per il successo delle attività produttive e la competitività di tutte le imprese. Viviamo in un’era dominata dalla tecnologia e dalla connettività e infrastrutture di cablaggio adeguate non solo migliorano l’efficienza operativa, ma sono anche essenziali per supportare le tecnologie emergenti e le esigenze future delle industrie. Di qui l’importanza di creare sinergie tra i vari player finalizzata ad ampliare la copertura della banda ultralarga e, soprattutto, la riduzione degli investimenti.
L’installazione di infrastrutture di cablaggio può essere costosa, specialmente in aree industriali estese o in edifici preesistenti che richiedono aggiornamenti, tuttavia i benefici a lungo termine spesso giustificano l’investimento iniziale.
La fibra ottica è un’innovazione chiave per il futuro delle comunicazioni e delle operazioni industriali, consentendo velocità di trasmissione dati elevate e una latenza minima, elementi cruciali per le applicazioni avanzate come l’Internet delle Cose (IoT), l’intelligenza artificiale (AI) e la realtà aumentata (AR).
Come AD di Tecno General-GetBy sono orgoglioso di quello che fino ad ora siamo riusciti a realizzare perché stiamo dando l’opportunità a molte aziende di sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie digitali per trasformare il loro business e cogliere nuove opportunità di crescita.
La nostra collaborazione con FibreConnect è stata determinante nel raggiungere questi traguardi, e continuiamo a lavorare per accelerare i tempi di implementazione delle infrastrutture di rete.
Per ottimizzare ulteriormente i tempi e raggiungere non solo gli obiettivi nazionali ma anche quelli europei, ci sono diverse strategie che possiamo adottare. In primo luogo, è cruciale migliorare la collaborazione tra settore pubblico e privato. Incentivi governativi e partenariati pubblico-privato possono accelerare lo sviluppo delle infrastrutture, riducendo i costi per le aziende e promuovendo investimenti su larga scala.
In secondo luogo, la standardizzazione e la semplificazione delle normative possono facilitare e velocizzare i processi di installazione pertanto auspico procedure burocratiche snelle e un quadro normativo chiaro per eliminare molti degli ostacoli che attualmente rallentano i progetti di cablaggio.
Oltre a tutto ciò, mi sento di dire che è fondamentale anche l’innovazione nelle tecniche di installazione: l’adozione di nuove tecnologie e metodologie, come l’uso di droni per l’ispezione e la mappatura, o tecniche di cablaggio non invasive, può ridurre significativamente i tempi e i costi di installazione.
Si parla molto della carenza di figure professionali che si occupino di fibra ottica, è vero?
Sì, purtroppo è vero e anche in questo caso la formazione e lo sviluppo delle competenze sono essenziali. Investire nella formazione di tecnici specializzati e nel potenziamento delle competenze del personale esistente può migliorare l’efficienza e la qualità dell’installazione delle reti.
Dobbiamo lavorare per incentivare la condivisione delle infrastrutture tra le aziende (per ottimizzare l’uso delle risorse disponibili) e l’implementazione di reti condivise tra gli operatori e gli utenti industriali (per ridurre i costi e accelerare i tempi di sviluppo).
Il cablaggio delle aree industriali rappresenta una sfida significativa e le strategie di collaborazione, innovazione e formazione possono contribuire a ottimizzare i tempi e a raggiungere gli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei. La missione di Tecno General-GetBy è di continuare a essere all’avanguardia in questo settore, lavorando instancabilmente per formare i suoi tecnici, per connettere le aziende italiane e promuovere una trasformazione digitale che sia inclusiva e sostenibile. La mia esperienza mi porta ad affermare che non si deve investire solo nelle infrastrutture tecnologiche, ma anche nelle persone, promuovendo una cultura aziendale che abbracci l’innovazione, la collaborazione e l’apprendimento continuo.
Come ogni transizione, è importante prevedere un cambiamento socio- culturale. È d’accordo?
Assolutamente sì. La transizione digitale è un percorso fondamentale per tutti, soprattutto per le PMI che vogliono rimanere competitive e prosperare nell’era digitale ma a volte il cambiamento culturale all’interno dell’azienda può essere difficile da gestire. È fondamentale che la leadership aziendale comunichi chiaramente i benefici della transizione digitale e coinvolga attivamente tutto il personale nel processo investendo nella sua formazione per utilizzare efficacemente tutte le nuove tecnologie.
Un approccio partecipativo e inclusivo può facilitare questo processo. Coinvolgere il personale nelle decisioni chiave, ascoltare le loro preoccupazioni e feedback, e riconoscere i loro contributi può creare un senso di proprietà e responsabilità condivisa per il successo della transizione digitale. Inoltre, come già accennato, una costante formazione e lo sviluppo delle competenze sono essenziali per preparare il personale ad affrontare le sfide e sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Il cambiamento culturale richiede anche l’adozione di una mentalità orientata all’innovazione e alla flessibilità. Le aziende devono promuovere una cultura del miglioramento continuo, dove il fallimento è visto come un’opportunità di apprendimento e dove l’adattabilità è considerata una competenza chiave. Incentivare il pensiero creativo e la sperimentazione può stimolare l’innovazione e aiutare l’azienda a rimanere all’avanguardia nel mercato.
Ho sempre pensato che la collaborazione e la condivisione delle conoscenze nell’ambiente di lavoro siano fondamentali e strumenti digitali come piattaforme di collaborazione online, sistemi di gestione della conoscenza e forum interni possono facilitare questo aspetto, promuovendo una cultura aziendale più aperta e interconnessa.
Che ruolo ha la figura del leader aziendale in questo contesto?
I leader aziendali debbono essere dei virtuosi modelli di comportamento e devono incarnare i valori del cambiamento culturale, mostrando non solo interesse verso le nuove tecnologie ma promuovendo una cultura di fiducia e responsabilità. Un buon leader deve saper guidare e ispirare il cambiamento e questo aspetto è fondamentale nel successo della transizione digitale.